Gustoso e rinfrescante,
il sorbetto rappresenta una fresca alternativa al classico dolce, da gustare alla fine, ma anche a metà di un pranzo o di una cena.
Grazie alla sua versatilità e all’ampio assortimento di gusti possibili, il sorbetto può essere considerato un evergreen, ideale tanto nelle stagioni calde quanto in quelle più fredde per questo abbiamo deciso di occuparci di
produzione di sorbetto artigianale.
Ma qual è la storia di questo dolce sempre più apprezzato dai consumatori?
Proprio come gli antipasti, i primi, i secondi e i contorni, anche il dessert ricopre un ruolo “speciale” all’interno di un pasto. E il sorbetto costituisce il tocco finale che suggella tutte le portate precedenti, lasciando che il cliente si alzi dalla tavola soddisfatto e con un retrogusto dolce sul palato.
I sorbetti tradizionalmente
sono caratterizzati da una consistenza più fluida rispetto ai gelati tradizionali, presentano basse quantità di zucchero e sono privi di lattosio. Ed è proprio per la genuinità, la freschezza e l’essere particolarmente apprezzati dalla clientela, che sempre più ristoranti, gelaterie e attività ristorative presenti sul territorio nazionale, e non solo, scelgono di rivolgersi a realtà specializzate nella
produzione di sorbetto artigianale.
Sorbetto: quando è nato questo dessert
Partiamo dal nome: cosa significa la parola sorbetto? L’etimologia del termine ha dato vita a diverse scuole di pensiero.
Se da una parte infatti, alcuni storici della gastronomia, ritengono che questa parola derivi dal turco sharber (sorbire), dall’altra c’è chi considera che la parola sorbetto provenga dal latino sorbere (sorbire o succhiare) oppure dall’arabo sherbeth (bevanda fresca). Sembra comunque che la parola sorbetto venisse utilizzata nel Medioevo come onomatopeico del suono che veniva fatto quando si succhiava la frutta.
Etimologia a parte,
notizie certe del sorbetto si hanno fin dagli antichi romani, greci e arabi,quando ancora la procedura per la preparazione di questo fresco dessert era lunga, complessa e ben diversa da quella che conosciamo oggi.
L’elemento di base era la neve che veniva raccolta in inverno, conservata accuratamente e poi riutilizzata nella stagione estiva per dar vita a cibi rinfrescanti.
Questa pratica venne utilizzata dai greci e dai romani, per arrivare poi nel Cinquecento.
E fu proprio in questo periodo che la tradizione del sorbetto iniziò a diffondersi tra le corti italiane.
A fare la differenza nella produzione di questo dessert fu un architetto e ingegnere italiano,
Bernardo Buontalenti, il primo a fabbricare quelle che sono state definite le “conserve di ghiaccio”. L’innovazione di Buontalenti costituì un piccolo passo in avanti che dette il via a una produzione sempre più massiccia e per certi versi “semplificata” del sorbetto.
Ben presto infatti, grazie al siciliano
Francesco Procopio Cutò e al suo Cafè Procope inaugurato a Parigi nel 1686, il sorbetto fu apprezzato in tutta la sua bontà e freschezza anche dall’alta borghesia d’Europa. Il successo fu tale che il sorbetto arrivò sulla tavola della corte di Luigi XIV, il quale dopo esserne rimasto piacevolmente colpito, assegnò l’esclusiva al siciliano per la fornitura di acque gelate (le granite), fiori di cannella e fiori d’anice (dei gelati a base di frutta).
Da lì in poi, il procedimento per la realizzazione del sorbetto ha subìto numerose modifiche e migliorie grazie anche al continuo progresso tecnologico. Oggi è infatti possibile gustare un gustoso e cremoso sorbetto realizzato artigianalmente nella maggior parte delle attività ristorative del nostro Paese.
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